La pratica del tatuaggio ha radici davvero antichissime, la testimonianza più lontana che abbiamo risale fino all’Età del Rame, ed è stata scoperta proprio in Italia.
Si tratta di un ritrovamento avvenuto nel 1991, da parte di un gruppo di ricercatori italiani, che sulle alpi Venoste fecero una scoperta incredibile. Ai piedi del ghiacciaio di Similaun, ai confini tra l’ Italia e l’ Austria, venne ritrovato il corpo mummificato di un uomo che venne chiamato Otzi (o mummia del Similaun).
L’uomo preistorico era sicuramente un pastore del Bressanone, risalente all’Età del Rame ( 3300-3100 a.C.) come affermato dall’ Eurac. Ulteriori studi da parte dei ricercatori di Bolzano, hanno confermato che l’uomo era stato ucciso, dopo aver analizzato le varie ferite presenti sul suo corpo, che hanno aiutato a ricostruire i fatti, e che aveva un’ età tra i 40 e i 50 anni, al momento della morte. Attualmente si trova al Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano.
Oltre alle sue origini, sono stati scoperti anche altri dettagli importanti su di lui che gli conferiscono un grande primato. Il ritrovamento di Otzi ci ha permesso di scoprire la più antica testimonianza di tatuaggi della storia.
I tatuaggi di Otzi
Studiando il corpo dell’uomo, sono stati ritrovati su di lui ben 61 tatuaggi, realizzati con strumenti molto rudimentali. Si trattava di incisioni che venivano fatte con l’utilizzo di pietre, legni o conchiglie affilate. Una volta fatto il taglio, probabilmente veniva passato sopra del carbone vegetale come inchiostro, per realizzare il disegno. Questi tatuaggi sono stati scoperti anche grazie all’utilizzo di particolari strumenti tecnologici fotografici, spiega il direttore dell‘Istituto per le mummie e l’iceman dell’Eurac Albert Zink, grazie al range della luce ultravioletta e ad infrarossi.
I tatuaggi presenti sul corpo di Otzi sono stati trovati sulla caviglia destra, nel ginocchio sinistro, e nella parte lombare dietro la schiena. Erano piccoli segni di circa 4 centimetri e 7 millimetri. Questi tatuaggi erano presenti soprattutto in punti dove l’uomo aveva diverse forme di artrite e altri dolori. Sul suo corpo non erano raffigurati disegni complessi o particolari, si trattava semplicemente di piccoli segni, linee, punti, crocette. Sono ufficialmente ritenuti i tatuaggi più antichi scoperti fin ora, che confermano ancora una volta quanto il tatuaggio sia sempre esistito come pratica che ha accompagnato l’uomo nel corso della storia.
Ciò fece pensare che questi simboli fossero stati fatti con uno scopo curativo medico, anche perchè vennero ritrovate anche alcune erbe dalle funzioni terapeutiche, che l’uomo portava con sè e di cui probabilmente faceva uso per curarsi. Le aree tatuate inoltre corrispondono ai punti che vengono trattati tutt’ora con l’agopuntura, in corrispondenza delle articolazioni, che sono in grado di aiutare a curare disturbi come il dolore addominale, la nausea, i problemi intestinali e anche quelli respiratori.