Vostro figlio teenager vi ha richiesto insistentemente la possibilità di farsi un tatuaggio? Non c’è niente di strano o di anomalo in lui: quando arriva l’adolescenza, infatti, capita frequentemente che i ragazzi chiedano di poter affermare la propria personalità attraverso un tatuaggio che, in altri termini, permetta loro di ribadire la propria crescita e il riappropriarsi del proprio corpo. Ma in che modo si può fronteggiare questa richiesta senza creare gravi rotture familiari?
Il punto di partenza nell’esplorazione ragionata della richiesta è probabilmente legata alle cause. Spesso quando un adolescente domanda la possibilità di farsi un tatuaggio – con diversi livelli di insistenza – lo fa perché vuole riappropriarsi del proprio corpo, di cui nota evidenti cambiamenti, peraltro non richiesti e non scelti. Crescendo il ragazzo (o la ragazza) prende visione e consapevolezza della propria sessualità e di un corpo in continua evoluzione, andando così a rafforzare il processo della costruzione della propria identità di genere.
Un processo, si tenga in considerazione, mai semplice e scontato, che può passare anche attraverso la necessità di riaffermare la propria nuova identità attraverso un tatuaggio, che per il ragazzo rappresenta dunque uno strumento per poter agire sul proprio corpo in maniera autonoma.
Molto spesso i genitori si domandano per quale motivo il proprio figlio abbia voluto utilizzare il tatuaggio come simbolo di ribellione e di trasgressione. In realtà, però, non è affatto così! I tatuaggi non sono più il simbolo di ribellione, ma hanno una valenza più culturale, non trasgressiva, ma più evocativa e formativa. Tatuarsi significa infatti ribadire la “proprietà” del proprio corpo, abbandonando lo stato in cui a curarlo era la propria madre. Insomma, il tatuaggio è un modo che l’adolescente utilizza per dire che il corpo è diventato suo, cercando di separarsi, in maniera più o meno consapevole, dai propri genitori.
A questo punto, ci si deve naturalmente domandare in che modo rispondere alla richiesta del figlio che chiede in maniera insistente un tatuaggio. Innanzitutto, si deve ricordare che i tatuaggi non possono essere fatti senza l’autorizzazione dei genitori per un minore di 18 anni, e pertanto il figlio non potrà agire prima di questa soglia in completa autonomia.
Ne deriva che la decisione di farsi o meno un tatuaggio sarà il frutto di un momento di confronto con lui, parte integrante del suo processo di crescita. È in questa fase della vita, d’altronde, che l’adolescente inizia ad avere una sua opinione su molte cose, con pareri che spesso sono molto distanti da quelli dei genitori. Il dialogo e il conflitto positivo è dunque parte del cammino di crescita del giovane nel suo nucleo familiare.
Ai genitori non rimane dunque che cercare di capire quali sono le motivazioni che conducono il figlio a farsi un tatuaggio, ben sapendo che oggi non c’è più trasgressione in ciò, ma più prevalentemente la voglia di omologarsi. Bene pertanto cercare di comprendere quali siano le reali ragioni del tattoo: si stanno tatuando anche i suoi amici? Lo sta facendo per distinguersi o per altro?
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