Snapchat ha rimosso una funzione che consentiva agli utenti di applicare tatuaggi tradizionali Maori sul proprio volto una decisione che sembra essere sorta dopo che la scoperta di questi filtri ha suscitato una vera e propria ondata di indignazione tra gli appartenenti a questa comunità che considera i moko e i mataora come sacri, un importante indicatore dell’identità di chi li indossa.
Oltre ai Maori, anche tantissime persone che non appartengono a questa storica comunità neozelandese hanno deciso di supportare le proteste, definendola una scelta poco rispettosa nei confronti del loro patrimonio culturale.
Così, dopo crescenti proteste, Snapchat è corsa ai ripari abolendo i filtri che permettevano agli utenti di applicare filtri come “Māori Face Tattoo” e “Māori” sulla propria popolare piattaforma.
Snap chiede scusa ed elimina i filtri
Una dichiarazione ufficiale di Snap, che possiede la piattaforma Snapchat, ha confermato che il filtro e un suo duplicato sono stati rimossi dalla piattaforma.
Ricordiamo che i filtri di Snapchat, che l’azienda chiama Lenses, utilizzano il software open-source Looksery che consente agli utenti di modificare le loro caratteristiche in tempo reale. Le Lenses sono generate dagli utenti e possono essere liberamente condivise e utilizzate da altri sulla piattaforma.
“Incoraggiamo la nostra comunità a creare obiettivi che siano inclusivi e tutti quelli condivisi su Snapchat devono essere conformi alle nostre linee guida della comunità“, ha dichiarato Snap alla BBC, con una dichiarazione che è sembrata correre ai ripari dopo l’ondata di polemiche che è sorta negli scorsi mesi. “Queste sono chiare: vietiamo i contenuti che demonizzano, diffamano o promuovono la discriminazione” – ha aggiunto.
Cosa sono i tatuaggi moko
I tatuaggi facciali, o moko, fanno parte della cultura Māori da secoli. Tā moko (tatuaggio Māori) e tatau sono espressioni uniche di whakapapa e identità e sono simboli antichi legati alla genealogia, con disegni che variano da hapū a hapū.
Anche i modelli facciali sono peraltro differenziati per genere, contribuendo a rendere sempre più vario e profondo il patrimonio culturale di quelli che, evidentemente, non sono semplici tattoo: i tatuaggi maschili si estendono dalla fronte alla gola, mentre quelli femminili si estendono solitamente dalle labbra al mento.
Di conseguenza, non esistono due tatuaggi identici e l’applicazione di massa dello stesso filtro sui volti di molti utenti dei social media ha contribuito alla protesta poiché non rispetterebbe i canoni culturali – come abbiamo visto, molto complessi – dei Maori.
Voi che ne pensate? Siete d’accordo con questa presa di posizione di Snap?