Durante il recente lockdown ne abbiamo viste di tutti i colori. E, dunque, forse non stupisce nemmeno che qualcuno si stia facendo fare dei tatuaggi nella convinzione che possano proteggere dal coronavirus.
A parlare di questa strana e – naturalmente – illusoria tendenza è l’edizione britannica di Metro, che ha intervistato alcuni noti tatuatori che… hanno ricevuto delle particolari richieste.
Uno di questi è Andres Vega, un tatuatore spagnolo che opera sul mercato da oltre 20 anni, e che recentemente ha ricevuto diverse richieste da parte di medici e infermieri che sono venuti nel suo laboratorio per domandare un tatuaggio che possa commemorare le lotte che hanno dovuto affrontare nella loro professione di operatori sanitari durante la pandemia. Andres Vega ricorda ad esempio che in uno dei suoi tattoo ha dovuto tatuare un’infermiera con una maschera sul viso con la parola “resiliencia” (ovvero, resilienza).
Anche Lance Orion Vilbro, un tatuatore di Sydney intercettato da Metro, ha raccontato più o meno le stesse esperienze: ha recentemente tatuato una cliente che voleva tatuarsi un disegno a tema Covid-19 come ricordo permanente delle lotte che ha dovuto affrontare per rimanere bloccata a casa durante l’isolamento. Lance ha anche raccontato di avere vuto piena libertà con il tatuaggio e di aver deciso di fare tutto il possibile per tatuarsi un disegno molto particolare.
Fin qui, richieste più che legittime e comprensibili, visto e considerato che molte persone sono state profondamente segnate dai mesi difficili che abbiamo dovuto sopportare, e hanno voluto lasciare sulla propria pelle un ricordo indelebile di quanto avvenuto.
Ci sono però dei casi… più eccentrici.
Uno è quello di un cliente di Matthew Vazquez, tatuatore californiano, che ha dovuto tatuare un microscopico virus verde su una sua cliente, perché credeva che avere quel tatuaggio l’avrebbe protetta dal virus.
Vazquez ha affermato che la persona che voleva il tatuaggio era molto fiduciosa di questo, e ha rivelato che se si fosse fatta tatuare il virus su se stessa, sarebbe stata protetta a tempo indeterminato.
A quanto pare il caso di Vazquez non è isolato, e molti “proprietari” di questi tatuaggi credono realmente che tali tattoo possano proteggerli dal coronavirus. Inutile dire che non è così, e che non c’è alcuna prova che un tatuaggio possa aiutare a proteggere dal coronavirus (attualmente, purtroppo, non esiste nemmeno un vaccino o una cura contro di esso).
Certo è che, fino a quando si rispettano le disposizioni di protezione e si sceglie un posto sicuro e autorizzato per farsi un tatuaggio non c’è niente di male nel ricordare il tempo vissuto alle prese con il coronavirus. A patto, evidentemente, di non credere alle fake news…