Una delle qualità più belle del tatuaggio è quello non solo di avere l’opera d’arte di un’artista direttamente sulla pelle, ma anche quello di valorizzare il corpo, o aiutarci a vederci migliori, insomma, può essere un valido rimedio terapeutico.
In linea generale, i tatuaggi possono avere il potere di valorizzare le forme del corpo, migliorarle, renderci esteticamente più contenti di noi stessi.
Nella vita delle persone può capitare che si subiscano degli interventi importanti e/o degli incidenti, magari pesanti, non solo a livello fisico ma anche psicologico, che rimangono sul corpo sotto forma di segni, sfregi e/o cicatrici.
In questi casi, il ricordo può far male, e può abbassare notevolmente anche l’autostima e il modo di vederci, mettendo a dura prova l’idea che abbiamo di noi stessi.
Ecco perchè molte persone ricorrono al tatuaggio medico. Per effettuare questa operazione sulle cicatrici, è necessario che sia passato un tempo tra gli 8-12 mesi, per essere sicuri che la ferita sia guarita completamente, e per evitare il rischio di poter interferire con il normale processo di guarigione. Tatuare sopra cicatrici, che hanno completato la loro cicatrizzazione, NON è pericoloso.
In caso di cheloidi e cicatrici ipertrofiche, è bene valutare con attenzione la scelta, sia col medico che con il tatuatore, perchè il risultato potrebbe peggiorare la condizione della cicatrice a livello estetico. Questo perchè potrebbe esserci il rischio che l’inchiostro non venga assorbito come dovrebbe, rischiando solo di peggiorare la situazione e rendere la ferita ancora più antiestetica.
Quando il tatuaggio diventa terapeutico
I tatuaggi possono davvero avere un ruolo fondamentale nel migliorare la visione di noi stessi.
Tra le donne che si sono dovute sottoporre alla mastectomia totale o parziale, questa pratica può essere di grande aiuto, quasi a voler rendere giustizia al loro essere donne, alla rivendicazione della loro persona, del loro seno e al loro sentirsi belle, dopo un momento di grande difficoltà.
E’ un modo per donare un senso di grande rinascita.
Nel Lazio era stato messo a disposizione un fondo di circa 180mila euro, approvato dalla Giunta, destinato ai tatuaggi medicali, per tutte quelle donne che si sono dovute sottoporre a interventi di mastectomia.
Questa iniziativa, era stata approvata proprio con lo scopo di offrire la possibilità di alleviare un tale disagio psicologico, a tutte quelle donne che ne sentono il bisogno.
Un altro grande esempio in cui si può ricorrere al tatuaggio sono le cicatrici da ustioni, che spesso necessitano di lunghe cure, per dare il tempo alla pelle di rigenerarsi.
Le bruciature possono lasciare dei segni molto evidenti sulla pelle, in base alla loro gravità.
Un esempio per quanto riguarda cicatrici coperte con tatuaggi, riguarda una ragazza argentina, Lalì Juarez, nel 2010.
Mentre preparava la sua colazione, il suo bollitore dell’acqua probabilmente era andato in cortocircuito, fino a bruciarle la felpa in nylon arrivando alla pelle.
La ragazza era rimasta sfregiata dalle fiamme, su tutto il petto. Seguì delle lunghe cure per far guarire la pelle. Ha affermato a riguardo “Le cicatrici un po’ si vedevano ancora, e io le odiavo. Non riuscivo a guardarle“.
Così fu spinta a tenere in considerazione l’idea di tatuare il petto per trovare sollievo sul suo aspetto. Così decise di tatuarsi, andando a nascondere tutta la zona della sua pelle bruciata.
Questi sono solo due esempi di situazioni in cui il tatuaggio può avere una funzione terapeutica, e non solo. Ci sono tante circostanze e tanti mali in cui il tatuaggio può essere un sollievo, un aiuto. Questo è anche un grande punto di forza, finalmente riconosciuto, e un grande progresso per il settore.