Pochi in Italia conoscono sicanje, un’antica tradizione balcanica di tatuaggi che, tuttavia, è ben lungi dall’essere confinata nel passato.
Come ben dimostrano i tatuatori locali (ma non solo) il sicanje sta tornando prepotentemente di moda, con tantissime persone che stanno cercando di ripercorrere i fasti di questa antica tradizione per riproporla in chiave più o meno rivisitata nel nuovo secolo.
Ma di che cosa si tratta? Per quale motivo il sicanje è una tradizione così cara ai popoli balcanici? Cerchiamo di saperne di più!
Per millenni le donne di quelle che oggi sono la Croazia e la Bosnia-Erzegovina hanno praticato il sicanje – la parola significa, letteralmente, “pungere” – sulle loro figlie. Utilizzando aghi e una miscela di fuliggine, saliva, miele e latte materno, questa tradizione del tatuaggio copriva le mani, il petto e talvolta la fronte delle figlie con disegni profondamente simbolici.
Nonostante tale tradizione si trascinasse avanti per quasi 4.000 anni, a metà del XX secolo era quasi scomparsa.
Ebbene, dopo decenni di alterne fortune, oggi una nuova generazione di donne e uomini balcanici sta facendo rivivere la tradizione come parte di una tendenza più ampia a recuperare e celebrare il proprio patrimonio culturale.
Ma da dove hanno origine questi tattoo?
Sebbene non sia ancora chiaro quando o perché le tribù dell’Età del Bronzo della regione abbiano iniziato a tatuarsi, è possibile che tale tradizione fosse legata alla religione o allo status sociale. Alcuni degli antichi disegni sembrano peraltro universali, come il cerchio di kolo, che rappresenta la famiglia e l’unità. Altri tatuaggi, come una particolare combinazione di motivi, sembrano invece indicare uno specifico villaggio o tribù. Insomma, è probabile che il ricorso a questi tatuaggi fosse parte integrante di un meccanismo comunicativo molto complesso.
Così, in effetti, per secoli i tatuaggi sicanje hanno simboleggiato l’identità, la protezione, la benedizione e la bellezza delle popolazioni balcaniche. Quindi, con la cristianizzazione dei Balcani avvenuta nel IX secolo, la tradizione pagana del sicanje si è evoluta per incorporare quella cattolica: ad esempio, il kriz, simbolo pagano delle quattro direzioni cardinali, divenne una croce cristiana stilizzata. Ancora, le donne, che tatuavano le loro figlie adolescenti all’equinozio di primavera come rito di passaggio, iniziarono a farlo nel giorno della festa di San Giuseppe, che cade vicino all’arrivo della primavera.
Ora la tradizione sembra essere tornata in auge: sarà una buona occasione per esplorarla in vista di un prossimo tattoo?
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