L’ arte del tatuaggio negli anni è stata fonte di ispirazione per tanti settori, ma uno in particolare ha contribuito a unire due aspetti artistici di rilievo ottenendo risultati di gran classe.
I tatuaggi sono stati fonte di ispirazione per campi come quello dell’ estetica, della tecnologia, della medicina, ecc. Ma quando si parla d’ arte è possibile creare connubi perfetti con altre sue forme, soprattutto quando si parla di tatuaggi e moda.
L’ unione di questi due settori artistici ha aiutato negli anni tanti stilisti a portare sopra la passerella e sotto i riflettori l’ arte del tatuaggio, creando un grande scalpore e una grande popolarità e allo stesso tempo si è rivelato anche un atto rivoluzionario, contribuendo ad aprire una finestra su una pratica di cui ancora si conosceva troppo poco.
Chi portò il tatuaggio in passerella dagli anni ’70
Stavolta non sono stati i tatuaggi a proiettare immagini sulla pelle ma la moda a prendere ispirazione dal tatuaggio per portarlo sui vestiti, come forma di espressione e stile. Nel tatuaggio si è sempre intravisto qualcosa di innovativo, creativo, sconvolgente, e quale modo perfetto se non utilizzare la polemica e lo scandalo per far risaltare l’ arte.
Come riportato da Harper’s Bazaar nel 1971 il primo stilista a voler portare l’ arte del tatuaggio sulla passerella è stato lo stilista Issey Miyake a New York. Usò il tatuaggio nella sua collezione autunno inverno, in cui volle rendere omaggio sia alla cultura Rock contemporanea di quegli anni, sia all’ arte appartenente alla cultura giapponese del tatuaggio irezumi.
Nel 1989 successivamente i tatuaggi nel mondo della moda vennero adottati anche per i capi di Martin Margiela che nella sua collezione portò un top tattoo, un’ idea che possiamo trovare in voga ancora oggi. Si trattava di una maglie trasparenti che riportavano stampe tribali e una volta indossate davano l’ effetto della pelle che sembrava tatuata per via della trasparenza, molto provocante.
Nel 1994 anche Jean Paul Gaultier renderà omaggio all’ arte del tatuaggio, con la sua collezione Les Tatuages primavera estate, dove ogni capo presentava pattern significativi, dei tatuaggi appartenenti alle culture africane e asiatiche. Per portare questo stile in passerella volle incaricare per la sfilata modelle con tatuaggi e piercing, per creare un gioco di sovrapposizioni. Lo stesso Gaultier ripropose negli anni a venire nel 2008 un’ altra collezione, sempre sui tatuaggi, rifacendosi allo stile giapponese, applicato ad alcuni capi trasparenti.
Nel 2011 anche il noto marchio di Louis Vuiton scelse per la sua collezione maschile, primavera/ estate, di far sfilare modelli con tatuaggi temporanei sul corpo.
Nel 2019 Demna Gvasalia fondatore di Vetements, sfrutterà l’ estetica dei tatuaggi old school, associati al crimine russo, applicati su capi d’ abbigliamento in toni nude per richiamare l’ effetto del tatuaggio sulla pelle.
Anche il mondo della moda riuscì così a rendere ancora più interessante l’ arte del tatuaggio, quando questo era ancora un tabù e anche nel campo della moda era per pochi, venendo sottovalutato per tanto tempo. Anche sui megazine di moda ci volle del tempo, prima che foto di modelli e modelle tatuati venissero applicate sulle copertine di moda. Solo nei primi anni del 2000 iniziarono a comparire in alcune riviste.